Il documentario ‘Chaos: The Manson Murders’ esplora nuove teorie sui famosi delitti di Charles Manson, rivelando dettagli inediti e narrazioni alternative.
Di Cosa Parla ‘Chaos: The Mansion Murders’?
Il documentario Chaos: The Manson Murders si basa su un libro del 2020 intitolato Chaos: Charles Manson, the CIA, and the Secret History of the Sixties , scritto da Tom O’Neill e Dan Piepenbring . Questa nuova produzione si propone di far luce su alcune narrazioni non ufficiali riguardanti il caso di Charles Manson. I produttori, Robert Fernandez e Steven Hathaway , affermano: “Abbiamo iniziato a porre domande… direttamente alle persone che sono ancora vive e che erano state più vicine alla storia”. Da queste interviste è emersa una giustapposizione di idee, teorie e possibilità inquietanti. Il documentario esamina il ruolo di figure chiave nei delitti di Manson, ponendo interrogativi su come Charles Manson sia riuscito a convincere i suoi seguaci a uccidere senza esitazione e senza rimorso.

‘Chaos: The Mansion Murders’ Analizza la Musica di Charles Manson
Charles Manson, nato da una madre adolescente non sposata, trascorse anni in riformatori, centri di detenzione e prigione. Durante la sua detenzione, imparò a suonare la chitarra e, alla fine degli anni ’60, si trasferì in California meridionale in cerca di un contratto discografico. “Non era un musicista così scarso”, affermano i produttori del documentario, Robert Fernandez e Steven Hathaway, che esplorano i sogni infranti di Manson di diventare una rock star. “È impossibile ignorare un momento chiave: il rifiuto di un contratto discografico. Scavando nel passato musicale di Manson, è sorprendente vedere quanto fosse vicino alla vera fama.” Il membro dei Beach Boys, Mike Love, il cui compagno di band, Dennis Wilson, era amico di Manson, credeva che il rifiuto da parte dell’industria musicale avesse portato Manson a una sanguinosa vendetta. “Consumando dalla rabbia e cercando vendetta contro una società corrotta, convinse i suoi seguaci che l’apocalisse stava arrivando in una sanguinosa guerra razziale, alla fine della quale lui e i suoi discepoli avrebbero preso il controllo”, scrisse Love nella sua autobiografia, “Good Vibrations”.
