martedì 13 Maggio 2025
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    La scarcerazione di Almasri: Meloni chiarisce il ruolo del governo

    La decisione della giustizia italiana di scarcerare e rimpatriare il generale libico Najem Osama Almasri continua a far discutere. La premier Giorgia Meloni interviene sulla vicenda.

    L’intervento di Meloni sul caso Almasri

    Secondo quanto spiegato dalla presidente del Consiglio, il governo non ha avuto nessun ruolo nella decisione della scarcerazione di Almasri , ma avrebbe infatti solamente provveduto alla sua espulsione . Per quanto riguarda il ricorso all’ aereo della presidenza per il ritorno del generale in Libia, Meloni ha affermato che si tratta di una prassi consolidata nei casi di “detenuti da rimpatriare considerati pericolosi”, per i quali non vengono usati i voli di linea per una questione di sicurezza . La presidente del Consiglio ha assicurato che verranno forniti chiarimenti sull’accaduto alla Corte penale internazionale , aggiungendo che anche il governo italiano chiederà spiegazioni al tribunale , che avrebbe impiegato mesi “a spiccare questo mandato di arresto, quando Almasri aveva attraversato almeno tre paesi europei”.

    Caso Almasri, una ricostruzione: dal mandato d’arresto al rimpatrio

    Lo scorso 18 gennaio, la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per il generale libico Najem Osama Almasri , noto anche come Almasri, accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra . A partire dal 2015, Almasri è stato ritenuto responsabile del coordinamento e dell’esecuzione di omicidi, torture e violenze sessuali nelle carceri di Tripoli , in Libia. In qualità di capo della polizia giudiziaria , è il responsabile del centro di detenzione di Mitiga e opera sotto la supervisione della magistratura e del procuratore generale nazionale Sadiq Al-Sur , facendo parte dell’ Apparato di deterrenza per il contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata (Rada). Il mandato d’arresto è stato emesso dopo che Almasri ha noleggiato un’auto in Germania, richiedendo di restituirla a Fiumicino . La sua cattura è avvenuta il giorno seguente a Torino , dove la Digos lo ha arrestato e condotto nel carcere di Vallette .

    Qui, Najem Osama ha trascorso due notti prima di essere espulso in Libia. Dietro alla scarcerazione di Almasri si cela un cavillo giudiziario . Gli atti dell’arresto sono stati inviati alla Corte d’appello di Roma , che si occupa della cooperazione tra l’Italia e la CPI. La normativa prevede che, prima di procedere con l’arresto, ci sia un’interlocuzione tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la Procura generale della Corte d’appello di Roma . Per incarcerare Almasri, era necessaria l’autorizzazione del ministro Nordio, il quale avrebbe dovuto ricevere una richiesta ufficiale dai magistrati della Corte penale internazionale.

    Tuttavia, ciò non è avvenuto. Quando il procuratore generale ha cercato chiarimenti da Nordio su come procedere, non ha ricevuto alcuna risposta. Di conseguenza, i magistrati non hanno potuto completare l’arresto del generale secondo le procedure. In assenza dei presupposti per convalidare la carcerazione di Almasri, quest’ultimo è stato rilasciato. Il generale è quindi tornato in Libia la sera di martedì 21 gennaio a bordo dell’ aereo della presidenza del Consiglio, decollato da Torino.

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