Il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa entra nel campo di concentramento di Auschwitz, un luogo simbolo di atrocità e sofferenza.
L’Entrata dell’Armata Rossa ad Auschwitz
Il 27 gennaio 1945 , un battaglione dell’ Armata Rossa , in fuga dai nazisti, entra nel campo di concentramento di Auschwitz , ormai deserto dai tedeschi. All’ingresso principale si erge un grande arco di metallo con la scritta: *“il lavoro rende liberi”*. Bella frase, non c’è che dire… peccato che i russi si resero subito conto di cosa significasse quel “lavoro”: il campo era in realtà un CAMPO DI STERMINIO , dove i prigionieri venivano ammassati con l’unico scopo di farli attendere il momento della loro esecuzione! Auschwitz era diventato il fiore all’occhiello del progetto di Hitler noto come “soluzione finale” per il problema ebraico. Una vera e propria fabbrica di morte , moderna, efficiente e organizzata.
- Dotata di 4 camere a gas.
- Un sistema immediato di trasporti verso 5-6 forni crematori.
- Binari che collegavano il campo con la ferrovia, per ricevere direttamente i treni carichi di disgraziati.
Inizialmente, il campo poteva uccidere circa 1.500 persone al giorno , ma verso la fine si arrivò quasi a duemila ! I russi trovarono alcune migliaia di prigionieri ancora vivi… ammesso che, ridotti come erano, scheletriti e logori, si potesse chiamarli vivi. Ma tra la primavera del 1943 e gennaio del 1945 , secondo i registri nazisti, si contano OLTRE UN MILIONE DI MORTI , con un gran numero di donne e bambini! Tuttavia, tutti concordano che si tratta di una stima piuttosto ottimistica … il vero numero non lo conoscerà mai nessuno!

La Verità sul Campo di Sterminio
Il 27 gennaio 1945, un battaglione dell’ Armata Rossa , mentre inseguiva i nazisti in fuga, entrò nel campo di concentramento di Auschwitz , ormai abbandonato dai tedeschi. All’ingresso principale si trovava un grande arco di metallo con la scritta: *“il lavoro rende liberi”*. Tuttavia, i russi si resero subito conto che quel “lavoro” nascondeva una realtà ben più tragica: il campo era in realtà un CAMPO DI STERMINIO , dove i prigionieri venivano ammassati con l’unico scopo di attenderne l’ uccisione . Auschwitz era diventato il fiore all’occhiello del progetto di Hitler noto come “soluzione finale” per il problema ebraico. Si trattava di una vera e propria fabbrica di morte , moderna, efficiente e organizzata, dotata di:
- 4 camere a gas.
- Un sistema immediato di trasporti verso 5-6 forni crematori.
- Binari che collegavano il campo con la ferrovia, per ricevere direttamente i treni carichi di prigionieri.
Inizialmente, il campo poteva uccidere circa 1.500 persone al giorno , ma verso la fine si arrivò quasi a 2.000 . Quando i russi entrarono, trovarono alcune migliaia di prigionieri ancora vivi, anche se ridotti in condizioni disumane. Secondo i registri nazisti, dal 1943 al gennaio 1945 , si contarono oltre un milione di morti , tra cui molte donne e bambini. Tuttavia, si stima che questo numero sia sottostimato , e il vero totale rimarrà sconosciuto. Oggi, a distanza di 80 anni, molti tendono a minimizzare o ignorare queste atrocità, considerandole parte di un passato lontano.
Alcuni addirittura mettono in dubbio l’esistenza di tali orrori. È fondamentale, invece, non dimenticare e mantenere viva la memoria di quanto accaduto.
La Necessità di Ricordare
Oggi, è fondamentale non dimenticare le atrocità del passato, nonostante il tentativo di minimizzarle. Sono passati 80 anni da quegli eventi, eppure molti giovani, e anche persone meno giovani, tendono a bypassare o ignorare queste atrocità, considerandole come qualcosa di vetusto , appartenente alla storia. Addirittura, c’è chi osa mettere in dubbio che tali orrori siano realmente esistiti! Ebbene, è sempre il luogo adatto per parlare di queste cose, se si tratta di non dimenticare ! La memoria è un dovere, e ogni occasione è buona per ricordare e riflettere su quanto accaduto.