martedì 13 Maggio 2025
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    Cagliari ricorda Gigi Riva: un tributo emozionante un anno dopo

    Il 22 gennaio Cagliari ha commemorato Gigi Riva con una cerimonia intima e sentita, un momento dedicato a chi condivideva un legame autentico con il campione.

    Omaggio dalla tifoseria e dalla Rai

    Durante la recente partita contro il Lecce, al minuto undici – il numero di maglia di Riva – lo stadio Unipol Domus è esploso in un lungo applauso e nel coro “ C’è solo un Gigi Riva ”. Un gesto spontaneo che ha riempito lo stadio di emozione, confermando come il ” Rombo di Tuono ” rimanga una figura iconica per generazioni di tifosi. Parallelamente, la Rai ha lanciato il podcast “ Gigi Riva, mancino meraviglioso ”, disponibile su RaiPlay Sound dal 22 gennaio. La serie in sei puntate esplora la vita e la carriera di Riva attraverso interviste inedite, materiali d’archivio e testimonianze dei figli, Nicola e Mauro . Un viaggio che restituisce il ritratto di un atleta irripetibile e di un uomo profondamente legato alla Sardegna .

    La leggenda di Gigi Riva

    Luigi “Gigi” Riva, nato a Leggiuno , in provincia di Varese , il 7 novembre 1944 , è stato uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi. Dopo gli esordi nel Legnano , si legò indissolubilmente al Cagliari , con cui giocò dal 1963 al 1977 , segnando 208 gol , un record che resiste tuttora. Fu protagonista della storica vittoria dello scudetto nel 1969-70 , quando divenne capocannoniere e simbolo di un’intera regione. In nazionale, Riva è ancora oggi il miglior marcatore di sempre, con 35 reti in 42 presenze . Fu tra i protagonisti della vittoria dell’ Europeo del 1968 e del secondo posto al Mondiale del 1970 .

    Dopo il ritiro, rimase vicino al Cagliari, ricoprendo il ruolo di presidente onorario dal 2019 . Nel 2011 , il suo nome è entrato nella Hall of Fame del calcio italiano.

    Una vita di lealtà e amore per la Sardegna

    Nonostante le offerte da grandi club come la Juventus , Gigi Riva ha sempre scelto di rimanere a Cagliari , dove si sentiva parte di una comunità che lo accoglieva come uno di famiglia. Il suo ex compagno di squadra, Renato Copparoni , lo ha ricordato in un’intervista con il Messaggero, descrivendolo come un perfezionista assoluto : “Quando non segnava, diventava intrattabile. Ma quella stessa passione lo rendeva unico.”

    Fonte: Blasting News

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