Il 20 febbraio 1958, la Legge Merlin ha segnato la fine delle case di tolleranza in Italia, un passo importante per la dignità delle donne.
Un iter legislativo contrastato
La legge fu proposta per la prima volta nel 1948 , ma incontrò forti opposizioni. Le militanti socialiste Lina Merlin e Carla Voltolina (quest’ultima moglie di Sandro Pertini) pubblicarono “Lettere dalle case chiuse” nel 1955 , raccogliendo testimonianze di donne sfruttate. Dopo anni di dibattito, la legge fu poi approvata nel febbraio del 1958 , portando alla chiusura di oltre 500 case di tolleranza in tutta Italia.

Cosa prevedeva la Legge Merlin?
La Legge Merlin ha portato a importanti cambiamenti nel panorama della prostituzione in Italia. In particolare, essa ha determinato:
- La chiusura delle case di tolleranza.
- L’abolizione dell’elenco delle prostitute.
- Il divieto di sfruttamento e di favoreggiamento della prostituzione.
- L’introduzione di sanzioni severe per i trasgressori.
Questi provvedimenti hanno eliminato una forma di sfruttamento istituzionale, ma hanno anche contribuito a far emergere la prostituzione clandestina e in strada, aumentando i rischi per le donne coinvolte.
Il dibattito sulla regolamentazione della prostituzione
Dal 1958 , anno in cui è stata introdotta la Legge Merlin , la questione della prostituzione in Italia è rimasta un argomento di discussione aperto e controverso. Sebbene la legge abbia sancito la chiusura delle case di tolleranza e proibito l’organizzazione del meretricio, il fenomeno non è scomparso, ma si è evoluto, trovando nuovi canali, soprattutto attraverso il web e i circuiti privati , rendendo sempre più evidente la necessità di un aggiornamento normativo. Negli anni, diverse proposte di modifica hanno cercato di affrontare la questione da prospettive differenti. Alcuni sostengono un approccio regolamentarista , mentre altri propongono un modello abolizionista . Il dibattito, dunque, continua a essere acceso, con posizioni divergenti che riflettono visioni etiche, sociali ed economiche differenti.
La sfida resta quella di trovare una soluzione che possa bilanciare diritti , sicurezza e contrasto allo sfruttamento , in un contesto in continua evoluzione.